Il premier Conte ha fatto l’avvocato, ha difeso l’indifendibile – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Il suo storytelling però non funziona: ci sono 25 milioni di persone, alunni, famiglie, testimoni che vedono la vera realtà della scuola.
Questa piazza dice che va cambiata rotta: 209 miliardi fanno gola a molti.
Bisogna cambiare l’ordine delle scelte e pensare alla scuola.
Non una scuola qualsiasi, ma una scuola democratica, quella della Costituzione, una comunità educante che alla pandemia ha mostrato di resistere.
Servono classi con un numero di studenti adeguato, scuole sicure, professori in classe, di ruolo, pagati il giusto,
Queste risorse devono servire a fare scuola, a renderla sicura, a sistemare l’edilizia scolastica, a dare un nuovo contratto al personale.
Una scuola che elimina le differenze deve essere nazionale, vanno rifiutate le suggestioni autonomistiche sconfitte, anche loro, dalla realtà.