La deriva degli ultimi anni ha portato a credere che la scuola fosse un servizio, a domanda – mentre la scuola, osserva Turi – è una funzione dello Stato e personale, studenti, genitori i protagonisti di questa comunità, non clienti da accontentare. Non ci sono utenti ma diritti, professionalità, opportunità, crescita.
Negli ultimi anni si è ridotto, tagliato, misurato. Bisogna cambiare direzione: avere fiducia, bravi insegnanti e dargli fiducia – ha detto ancora Turi, ricordando che il tema della docenza, di un insegnamento libero, è centrale nel dibattito sul modello di scuola. La considerazione del ruolo della docenza ha riflessi anche sulla società.
Non possiamo e non vogliamo più assistere a situazioni nelle quali la docenza è mortificata e gli insegnanti vincolati a procedure, mansioni, come impiegati.
Dobbiamo spazzare via anche il modello carrierista nella scuola. Dobbiamo uscire dai meccanismi competitivi.
Insegnare è una professione che va remunerata bene. Non si deve pensare che occorre cambiare lavoro per avere stipendi più alti. Vanno pagati bene gli insegnanti.
Alla nostra scuola serve meno burocrazia, neo burocrazia nelle scuole che soffoca la creatività che è l’essenza di un rapporto positivo tra insegnamento apprendimento che ha bisogno di continuità e quindi organici stabili.
Resta una domanda a cui va data una risposta: come si garantisce la libertà di insegnamento che è valore costituzionale e chi i decreti delegati avevano dato una risposta che non può essere elusa con la demolizione che stata fatta in questi anni.
Serve stabilità e continuità, per questo va eliminata l’idea di fare organici annuali e, in conseguenza di questo, assunzioni annuali. Meglio un organico triennale, con contratti della stessa durata.
In tre anni vanno stabilizzate le persone. Il reclutamento deve restare nazionale, contro le sirene del decentramento che il Covid dovrebbe avere spazzato come elementi da rivedere concettualmente e concretamente. Si risolve il problema della continuità didattica e si trova il modo di dare stabilità al lavoro delle persone che sono l’elemento costitutivo di un sistema che deve esaltare democrazia e partecipazione. E’ la scuola l’anticorpo della deriva autoritaria degli ultimi anni.