PARTE IL CONFRONTO CON IL MI SULL’ISTRUZIONE TERZIARIA NON ACCADEMICA. ANCORA MOLTI I NODI DA SCIOGLIERE NEL TESTO DI LEGGE CHE APPRODA IN PARLAMENTO
Convocato dal MI, ed alla presenza del Ministro Bianchi, oggi, si è tenuto un incontro finalizzato alla trattazione della “Riforma degli ITS e Sistema degli Istituti Tecnici e Professionali”. Per la UIL SCUOLA hanno partecipato Giancarlo Turi e Rosa Cirillo. Per la Confederazione ha partecipato Ivana Veronese. In apertura di incontro, il Ministro Bianchi ha specificato che il Parlamento ha ritenuto di unificare i sei progetti di legge esistenti sul tema riassumendoli in un unico provvedimento, il cui iter di approvazione prevede l’esame da parte del Senato con il Sen. Toccafondi in qualità di relatore. Ha, altresì, specificato che è prevista l’audizione delle parti sociali prima dell’esame in aula. Ad approvazione intervenuta, toccherà al MI emanare i dieci decreti attuativi della legge.
Nel merito ha posto l’attenzione su tre elementi: la riforma deve a) armonizzarsi organicamente con il Piano Generale di Riforma contemplato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che prevede interventi su singoli ambiti (orientamento, reclutamento, scuole di Alta Formazione, dimensionamento della rete scolastica…); b) specificare il rapporto tra il segmento terziario non accademico (quello degli ITS) e il sistema autonomo dell’università; c) assumere la dimensione nazionale del sistema degli ITS. Ha argomentato, inoltre, come il sistema degli ITS disporrà di un finanziamento complessivo di 1,5 mld di euro previsto sempre nel PNRR.
La UIL SCUOLA, nel giudicare positivamente l’iniziativa del Ministro, ha esplicitato analiticamente la propria posizione su un tema di grande complessità e interesse, qual è quello dell’istruzione terziaria non accademica, riservandosi di produrre una propria memoria organica ed articolata:
In premessa, ha specificato che per condurre un’efficace azione di analisi e di confronto su una materia così ampia ed articolata, necessita disporre di una sede specifica in cui condurre tale attività, possibilmente, disponendo di un’interlocuzione politica stabile e continua. Nel merito, ha esplicitato una prima valutazione sulla proposta di legge, sintetizzandola in quattro punti:
RICONDUZIONE DEL SISTEMA DEGLI ITS NELL’AMBITO DELSISTEMA PUBBLICO DI ISTRUZIONE
Si ritiene assolutamente necessaria l’articolazione di un segmento terziario in grado di operare un’efficace azione di collegamento tra la scuola e il mondo del lavoro, ma la sua percorribilità va valutata al verificarsi di precise condizioni. La prima della quali è la sua riconduzione in un ambito pubblico, affidandone l’attività di coordinamento al MI.
L’elaborazione dei percorsi di studio, il rilascio delle certificazioni, la gestione delle risorse finanziarie devono necessariamente essere espressione di competenza della stessa Autorità pubblica che deve coordinarsi con il sistema della Formazione Professionale regionale, gli enti di formazione e le imprese. Vanno scongiurati i rischi di privatizzazione di un ambito formativo di carattere altamente strategico, qual è quello dell’Istruzione terziaria, attraverso l’uso di risorse pubbliche.
La stessa governance deve essere modellata in modo da garantire una forte azione unitaria di indirizzo sull’intero territorio nazionale, diversificata solo nelle singole declinazioni progettuali da condurre territorialmente. A tal riguardo emerge la necessità di una rappresentanza anche del partenariato sociale.
– OFFERTA FORMATIVA
Centrale il ruolo delle istituzioni scolastiche secondarie sia nella fase dell’orientamento che in quella della definizione dell’offerta formativa che dovrebbe essere organizzata anche in funzione dell’articolazione successiva, sia di quella accademica, che di quella non accademica.
Analoga importanza riveste il ruolo della formazione professionale e dell’intero asset regionale che presiede l’ambito. La definizione dell’OF dovrebbe potere fare riferimento a punti di osservazioni stabile del mercato del lavoro (osservatori), in modo da conoscere con esattezza la dimensione produttiva esistente sulle singole realtà territoriali. Per completezza di analisi, sarà bene specificare, comunque, che l’efficacia dell’intervento formativo ha ricadute diverse a seconda dell’area geografica del Paese in cui lo stesso viene condotto.
L’assenza, e in taluni casi, la debolezza della domanda di lavoro, situazione che ricorre soprattutto nell’intero Mezzogiorno, non è suscettibile di essere superata solo attraverso l’azione formativa specifica. A questa si devono accompagnare scelte precise, attuali e prospettiche, in materia di politiche sullo sviluppo, a partire da quelle che attengono al settore manifatturiero.
Diversamente la stessa offerta formativa risulterà polverizzata in una miriade di declinazioni non sempre efficaci e di modesta proiezione temporale, con il rischio concreto di un’O.F. basata sulla convenienza immediata e localistica, piuttosto che quella mediata dal mercato del lavoro su cui è chiamata ad incidere.
– FLESSIBILITA’ DEI CORSI DI STUDIO
I percorsi di studio devono prevedere un alto livello di flessibilità (passerelle) in modo da consentire agli studenti frequentanti di conseguire titoli accademici, attraverso il riconoscimento di un sistema di crediti spendibili in ambito universitario. Come è noto, i laureati in Italia hanno una consistenza numericamente bassa nei riguardi dei Paesi UE.
La loro definizione deve essere frutto di un’attenta elaborazione che preveda il concorso di tutti i soggetti che operano nell’ambito formativo e devono incardinarsi con quelli del segmento dell’istruzione secondaria e accademica.
– SISTEMA DI RECLUTAMENTO DEL PERSONALE DOCENTE
La fase di reclutamento dei docenti necessita di essere ricondotta in schemi e regole, chiare e trasparenti, che assicurino la qualità dell’insegnamento, in una visione di sistema formativo di prospettiva in cui inserire anche le soluzioni immediate in modo da contrastare efficacemente il missmatch domanda – offerta di lavoro. Analogamente a quanto ricorre per tutte le istituzioni che svolgono attività formative, le competenze dei docenti devono essere regolarmente certificate e rientrare in codificazioni verificabili.
In conclusione, dell’incontro, il Ministro, recependo le indicazioni emerse dal confronto, ha preannunciato la costituzione di un gruppo di lavoro che vedrà quale coordinatore, l’On. le Francesca Puglisi, Capo della Segreteria tecnica del Ministro, coadiuvato dal Capo di Gabinetto del Ministro, Luigi Fiorentino.
La UIL SCUOLA è pienamente consapevole della strategicità dell’ambito trattato e dei rischi di privatizzazione di un intero ambito del sistema formativo a cui è assegnato il compito di collegare efficacemente il mondo della scuola con quello del lavoro. Soprattutto in questa contingenza storica in cui il mondo della produzione è chiamato ad imboccare convintamente la strada della transizione ecologica, serve una forte presenza pubblica che garantisca il raggiungimento degli standard prefissati nella progettualità europea, con una rinnovata attenzione ai temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.