Il pianoforte non è una tastiera. È ciò che in estrema sintesi ha deciso il giudice del lavoro Arianna Sbano, del Tribunale di Ancona, che ha riconosciuto le ragioni di un docente di musica di 52 anni che aveva fatto domanda di passaggio dall’Istituto Podesti Calzecchi Onesti di Ancona al liceo classico Rinaldini, sempre nel capoluogo dorico. Il docente, pur avendo alle spalle 6 anni di servizio come insegnante di pianoforte, si era visto superare in graduatoria da una collega che ne aveva 7, di cui 3 di tastiera. Secondo il Ministero dell’Istruzione, la tastiera va assimilata al pianoforte. Il docente si è così rivolto all’ufficio legale della Uil Scuola Marche e, attraverso gli avvocati Simona Cognini e Matteo Catalani, ha presentato un ricorso. “Tutto questo avviene perché il Ministero, sui licei musicali, ha lasciato molte questioni in sospeso – spiega Claudia Mazzucchelli, segretaria Uil Scuola Marche – sia per quanto riguarda il reclutamento dei docenti, come in questo caso, sia per quanto riguarda il problema annoso della seconda ora di strumento. L’auspicio, visto che poi sono i lavoratori che restano intrappolati in queste ambiguità, è che vengano date linee guida chiare, senza costringere i docenti a dover sempre ricorrere alla magistratura”. Nella sentenza il giudice ha riconosciuto che “il pianoforte e la tastiera, seppure accomunati dalla similarità dell’elemento tastiera, sono due strumenti differenti che, didatticamente, appartengono a due aree disciplinari distinte, essendo il pianoforte inserito nell’area della musica classica e la tastiera nell’area della musica jazz”. Il giudice ha quindi dichiarato il diritto del docente di ottenere la nomina in ruolo al Rinaldini a partire dal primo settembre 2017. Riconoscendo inoltre che la questione “rappresenta un unicum nel panorama nazionale”.
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