Uil Scuola: discutibile il metodo dei quiz
Ciò che serve è un profilo con attitudini non solo gestionali ma soprattutto culturali
Parte oggi e a molti non sembrava vero – commenta la segretaria del Dipartimento Dirigenti della Uil Scuola, Rosa Cirillo – un concorso molto atteso, caratterizzato da una infinita serie di rinvii che hanno scoraggiato dal partecipare tanti docenti fiaccati dal continuo “si fa/non si fa”.
Il primo dato da registrare – osserva Cirillo – è dunque un numero di candidati più basso di quello atteso.
La prima prova preselettiva è a quiz.
Un metodo ormai inusuale persino nella maggior parte dei paesi anglosassoni – fa notare.
Proprio loro che li hanno utilizzati per primi, hanno riconosciuto dopo anni di esperienze, che nelle selezioni a quiz a restare fuori sono, in gran parte, i migliori candidati, mentre avanzano quelli che hanno fertili capacità mnemoniche.
Lo stesso può dirsi della successiva prova scritta, che sarà basata su quiz a risposta aperta.
Una scelta che contrasta con l’obiettivo proprio di questo concorso: i dirigenti delle nostre scuole saranno chiamati a coordinare e a supportare il lavoro di una comunità educante.
Non sono le risposte a stampo mnemonico, né le trappole in inglese a definire il profilo dei nuovi dirigenti – aggiunge. Ciò che serve è un profilo con attitudini non solo gestionali ma soprattutto culturali.
Nelle scuole si fa ricerca didattica ed educativa, valorizzare tutte le professionalità, supportarle, dare possibilità, è compito non piramidale, ma orizzontale, delicato e cooperativo.
I candidati di oggi – continua Cirillo – avranno bisogno di una buona capacità di sintesi, argomentativa e culturale. La sinteticità è campo fertile dell’intelligenza pragmatica ma è deserto per l’intelligenza empatica, che i maggiori studiosi pongono a base della leadership dei dirigenti scolastici.
E quest’ultima nei quiz a risposta aperta non alberga.
Questa prima fase del concorso, pur rappresentando un inizio necessario dopo sette anni di blocco – dovuto anche ad un cambio di obiettivi della politica che aveva deciso di affidarlo alla scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, salvo poi fare un cambio radicale di impostazione puntando sui quiz piuttosto che sulla formazione, ricorda Cirillo – non risolverà a breve i problemi di molte scuole italiane: una su tre resterà, anche per il prossimo anno scolastico, senza dirigente titolare.
Il nuovo contratto traccia i contorni di un nuovo modello di scuola nel quale viene valorizzato il lavoro di ogni singola professionalità. E’ questa l’ottica nella quale si dovrebbero formare i nuovi dirigenti.
L’idea di coprire le scuole con i dirigenti scolastici al loro posto sembra essere diventata la priorità in se stessa. Indipendentemente dal come. La parte frustrante dell’attuale situazione è che in molti casi non si ha la percezione dell’utilità dei dirigenti scolastici, e di un organico al completo, in ogni scuola.
Diversamente l’attuale concorso sarebbe stato anticipato di anni.