Un cambio di clima significativo.
Ritrovare un clima di fiducia – ha osservato Pino Turi in apertura del suo intervento – è l’elemento che fa la differenza.
Un cambio di passo e un cambio di tendenza: non solo velocità ma diversa direzione.
Una visione di lungo periodo che riesca a coniugare superamento dell’emergenza e scelte per il futuro.
In premessa una domanda a cui dare risposta chiara: come intenderà il ministro garantire la libertà di insegnamento?
Le questioni legate al personale sono state centrali nell’intervento del segretario Uil Scuola: reclutamento, organici, precari.
Non si possono legare i tempi del reclutamento previsti per le pubbliche amministrazioni con quelle dell’istruzione – ha detto Turi – il sistema dei concorsi ha mostrato tutti i suoi limiti nella scuola.
Abbiamo 213 mila insegnanti precari, cifra confermata dal ministro. Servono soluzioni alternative.
Siamo convinti che il punto di partenza sono gli organici. La nostra proposta – ha setto Turi – è passare a organici triennali.
Questa ipotesi di lavoro consentirebbe di fare programmazione sulle assunzioni, sui trasferimenti, darebbe stabilità al lavoro e continuità alla didattica.
Dobbiamo uscire dal dedalo di norme che la burocrazia ha creato per stratificazione.
Aprendo il contratto sulla mobilità si può fare molto per eliminare i blocchi che determinano le situazioni attuali di difficoltà del personale. Ci sono questioni riconducibili a riserva di legge e temi contrattuali. Quello della mobilità è tema contrattuale.
Ci vuole innovazione e volontà politica.
Sul tavolo del ministro anche le questioni di stretta attualità: le varianti della pandemia stanno mettendo alla prova il sistema scolastico con decisioni dei Governatori che parcellizzano gli interventi.
Bisogna riconoscere il valore dell’autonomia delle scuole e al tempo stesso dare un quadro nazionale di riferimento