“La mancanza di fiducia e la divisione politica – ribadisce Turi – non aiutano a superare le difficoltà sia economiche che sociali e non è
con le scorciatoie che si risolvono i problemi complessi. Serve unità non solo formale, ma sostanziale; è il grande lavoro politico a cui è
chiamato il governo a cui dobbiamo dare il tempo di agire, ma rapidamente. L’accordo sul pubblico impiego può essere un buon inizio
se si eliminano le vecchie abitudini politiche più preoccupate di consensi e di like che di azioni concrete che – aggiunge – per la scuola significa investimenti e restituzione al personale di ruolo dell’autorevolezza che continuamente si sta assottigliando. Non ci sembra coerente che si susseguano continui appelli al volontariato, che può aiutare ma mai pensare di sostituire la funzione della scuola e i suoi professionisti.
“Senza pregiudizi, ma forti di esperienze già viste – annuncia – saremo in prima linea per garantire e sottoscrivere i patti da trasformare in veri e propri contratti a favore dei lavoratori che incominciano a perdere fiducia nelle istituzioni. Da questo punto di vista la scienza e la politica devono, utilizzando il linguaggio della verità, cambiare registro e passare dalla narrazione all’azione, seria e costruttiva. I cittadini italiani sono adulti e non come certa politica adolescenziale che merita una maturazione più rapida di ciò che è. Il personale della scuola ha diritto di sapere se il vaccino Astrazeneca bloccato è la soluzione o il problema. Ci auguriamo il massimo senso di responsabilità di tutte le forze politiche e sociali.
Noi ci siamo – conclude – ma senza sconti per nessuno”.