UN INTERVENTO DECISO E ARGOMENTATO SULLE RAGIONI DELLA NETTA CONTRARIETA’ DELLA UIL SCUOLA AL PROGETTO DI REGIONALIZZAZIONE.
“L’Italia, date le attuali condizioni economiche e sociali con gli squilibri macroscopici tra regione e regione, può permettersi di passare ad un regionalismo competitivo sostituendo quello solidale?
Senza proclami ideologici e alcun preconcetto a discutere di un tema così rilevante per la nostra società, è inevitabile però partire dalla risposta al quesito posto e la risposta, di fronte a tutti gli indicatori è inequivocabile: non ci sono le condizioni”. A dirlo oggi davanti alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per una audizione sull’impatto dell’Autonomia differenziata sulla scuola, è stato Roberto Garofani, della segreteria Nazionale Uil Scuola Rua.
“Sanità, servizi sociali, trasporti, infrastrutture sono alcuni dei settori nei quali il gap tra regioni è talmente ampio che ha già prodotto conseguenze in termini di disuguaglianze civili e di costi sociali. Con il disegno di legge in discussione si determinerebbero delle sostanziali differenze tra regione e regione su reclutamento, concorsi, formazione iniziale e in itinere, stipendi, mobilità dei docenti, Ata e dirigenti scolastici. Il nuovo assetto potrebbe andare a coinvolgere le valutazioni degli studenti: questo è un tema assai delicato perché se viene meno l’unitarietà dell’istruzione pubblica c’è il rischio, anzi la quasi certezza che gli alunni appartenenti ai ceti meno abbienti avrebbero sempre meno chance di affrancarsi dal loro ambiente di provenienza. A cascata potrebbe quindi allargarsi la forbice territoriale sulle competenze degli studenti, mettendo, con molta probabilità, in crisi definitivamente la tenuta unitaria del sistema nazionale d’istruzione”, ha concluso il dirigente sindacale. (ANSA).