ABILITAZIONE CONCORSO STRAORDINARIO E RECLUTAMENTO DOCENTI. LA POSIZIONE DELLA UIL SCUOLA

Di seguito la nostra posizione politica sulla questione della abilitazione e più in generale del reclutamento.

Con la nota del Capo dipartimento del 22 luglio, che si allega, si è conclusa positivamente una vicenda che ha visto il nostro impegno e la nostra determinazione premiata da un primo risultato positivo che mette un punto fermo sul concorso straordinario 2020 per la scuola secondaria: tutti coloro che superano le prove, con il punteggio minimo previsto, sono abilitati. Con questo, diamo atto all’Amministrazione di aver avuto il coraggio che le avevamo richiesto di avere permesso, per tempo, di superare un’impasse creata da una precedente politica che aveva pensato a questo concorso come ad un percorso ad ostacoli, con una norma farraginosa e inutili cavilli burocratici, più preoccupata di chi stabilizzare che di come stabilizzare il personale.

Con il riconoscimento dell’abilitazione, come da noi ampiamente sostenuto, si permette di ampliare la platea dei docenti per le prossime immissioni in ruolo e contemporaneamente si dà una risposta a tutti quelli a cui è stato negato per anni un percorso abilitante.

I docenti che hanno superato il concorso potranno infatti inserirsi nelle GPS di I fascia ampliando così il numero dei docenti che avranno accesso al ruolo. Alla platea dei 32.000 posti iniziali previsti per i vincitori, se ne aggiungono almeno altre 20.000 immissioni in ruolo. Nello stesso tempo si dà anche e finalmente una risposta concreta anche a chi, già di ruolo, ha partecipato al concorso per potere spendere l’abilitazione per altra classe di concorso.

Legare l’abilitazione al superamento dell’anno di formazione e prova, che a nostro parere, come abbiamo dimostrato all’amministrazione con più di un intervento, al più rappresenta la condizione logica per svolgere la professione docente, non è certo la condizione per assegnare il valore abilitante del titolo che non può che essere individuato nel momento in cui si superano le prove del concorso.

Tuttavia la soddisfazione di oggi, non ci fa dimenticare che sarebbe servito e serve ancora estendere l’attuale formula anche alla terza fascia con scelte coraggiose, che al momento non vediamo, per risolvere il problema del precariato nella sua globalità che avrebbe potuto garantire un avvio dell’anno scolastico con tutti i docenti in cattedra il 1° settembre.

Nonostante il passo in avanti con il concorso straordinario 2020, non ci sono ancora le condizioni per coprire tutti i posti disponibili. A fronte di un enorme numero di cattedre vacante non si sono infatti trovate le giuste soluzioni per consentire l’immissione in ruolo di tutti i docenti.

Una procedura seppur straordinaria di assunzione che riguarda solo chi ha l’abilitazione su posto comune o la specializzazione sul sostegno e iscritto nella I fascia delle GPS, lascia fuori migliaia di docenti, sempre con almeno 36 mesi di servizio, non abilitati, e attua una vera e propria discriminazione, a parità di diritti, stabilendo quale categoria di docenti debba avere l’ulteriore requisito dei 3 anni di servizio.

Inoltre, vediamo ancora incongruenze e una discriminazione inutile con chi abbia accesso ad un contratto a tempo determinato, in sfregio alle direttive della Commissione europea sui contratti reiterati a tempo determinato, nonché la valutazione demandata ad una commissione esterna che dovrebbe valutare un percorso annuale di formazione del docente senza aver mai visto il docente ed, eventualmente cassare la delibera della commissione di valutazione interna alla scuola, elemento di evidente caratterizzazione della precedente gestione ministeriale.

Come anche l’assurda la “tassa” sul diritto di immissione in ruolo per cui il docente una volta individuato deve pagare di tasca propria l’assunzione in ruolo, pagandosi la presunta mancanza formativa non certo una prassi da paese moderno e civile come dovremmo essere.

Si continua a perseverare in una visione di scuola distante dalla realtà, e assumendo decisioni che saranno fonte di contenziosi, visto che ledono i più elementari diritti costituzionali, come è il caso del neo concorso riservato del sostegno.

La vera attitudine all’insegnamento si verifica solo con la formazione e con la relativa verifica in situazione, per questo motivo noi rilanciamo un’idea precisa di reclutamento: immissioni in ruolo effettuate attraverso una fase transitoria che preveda un corso-concorso, con formazione in itinere ed esame finale, con assunzioni a tempo indeterminato.

A regime, un sistema di reclutamento con contratti a tempo determinato triennali, organici stabili triennali che consentano la programmazione di altrettanti appositi percorsi formativi e di valutazione periodica e finale che ne prevedano la stabilizzazione alla fine dei tre anni. Un sistema di stabilità del sistema che impedirebbe la ” produzione” di precari e darebbe stabilità al sistema scolastico statale e costituzionale del paese.

Solo in questo modo si garantirebbe la continuità didattica, il superamento dello squilibrio territoriale tra domanda ed offerta di lavoro e un sistema di reclutamento finalmente in grado di rispettare i tempi della scuola e valutare le attitudini oltre alla competenze del personale.