Il 27 settembre, Uil scuola firmerà l’intesa con Enea a sostegno dello sviluppo sostenibile, un contributo per le scuole per un cambio culturale
Turi: indispensabile il coinvolgimento degli studenti nella difesa delle politiche ambientali
Ruolo insegnanti è di supporto e guida. Il loro lavoro alla base di un cambiamento culturale.
Ben venga un impegno in prima persona da parte degli studenti italiani, è segno di un impegno civico, di presa di coscienza. E’ favorevole ad un diretto coinvolgimento dei ragazzi il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, ma dichiarare sciopero degli insegnanti è altra cosa. Un docente può svolgere un ruolo fondamentale in classe, di sensibilizzazione, preparazione, conoscenza, senza per questo dover utilizzare una leva che per noi ha un valore sindacale simbolico, sì ma diverso e che si tradurrebbe in un costo, una tassa impropria, non collegabile ad una rivendicazione concreta e esigibile.
Lo sciopero è dei ragazzi che, scegliendo di non frequentare le lezioni, contestano proprio gli adulti che non si sono mobilitati prima.
L’idea dunque è quella di dare spazio alle diverse forme di partecipazione a utilizzare i diversi spazi di democrazia partecipativa: con l’impegno degli studenti, in lotta per i diritti ad un futuro sostenibile, e con il lavoro degli insegnanti che per mestiere, impegno, consapevolezza hanno la funzione di dare lunghe gambe al passo degli studenti, durante l’intero arco dell’anno scolastico.
Nel solco di quanto ha dichiarato il ministro dell’istruzione, Fioramonti, invitiamo i docenti ad essere con i loro alunni in totale solidarietà, sia il 27 che nel corso di tutto l’arco dell’anno affinché l’impegno ambientale sia segno di un concreto cambiamento culturale che non può che partire dalla scuola.
La Uil scuola sottoscriverà proprio il 27 settembre, con l’ENEA, un’intesa per promuovere le buone pratiche ambientali e portarle nella conoscenza delle scuole. Un modo per essere coerenti e consequenziali rispetto all’interesse per lo sviluppo sostenibile che è stato oggetto del documento finale dell’Esecutivo nazionale di Otranto di inizio settembre e che deve fare riflettere sullo stesso modello di scuola che serve oggi al paese, un modello partecipato innovativo che non può essere schiacciato dal pensiero dominante della produzione e del profitto come unici obiettivi da perseguire.