Nomine in ruolo docenti

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Turi (Uil Scuola): nomine nel caos. E’ una lotteria estiva.
Procedura avviata con una approssimazione insostenibile

Una procedura varata con un’approssimazione insostenibile – sottolinea Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, dopo l’emanazione del decreto che dà l’avvio al piano di immissioni in ruolo del Governo.
Un sistema tecno-burocratico, che non considera le persone, i loro bisogni, le loro esigenze e che potrebbe cambiare, in un mese, la vita di decine migliaia di insegnanti che rischiano di doversi spostare da un capo all’altro della penisola.
Quello che doveva essere un momento di riscontro concreto, atteso per molti da anni, sta diventando una lotteria per un posto di ruolo – commenta Turi.
In queste ore ci stanno arrivando moltissime richieste di chiarimento da parte di insegnanti che non hanno idea di quando potrà concretamente accadere da qui ad agosto.
Stiamo organizzando un attento monitoraggio delle procedure messe in atto. Occorrerà dare le maggiori informazioni possibili ai docenti che si apprestano a presentare domanda.
Siamo alle “nomine minuto per minuto”: come in una partita di calcio che non si sa come andrà a finire.
Ma qui c’è in gioco il destino delle persone.
Un esempio su tutti. C’è una questione che neanche il Miur ha ancora risolto: che cosa succede se, pur avendone diritto, non si fa nessuna domanda? Inutile cercare nei commi: il decreto non ne parla, la legge non lo prevede. Un ennesimo vuoto normativo che scarica le conseguenze sul personale.
Effetto che andrebbe a pesare direttamente sulle graduatorie: se anche un insegnante resta in graduatoria,
la graduatoria tecnicamente non è esaurita e continua a produrre i suoi effetti negli anni successivi.
Continuiamo a sostenere che questa legge, non risolvere, aggrava i problemi della scuola, con una grande incertezza sull’avvio del prossimo anno scolastico. L’esperienza ci fa pensare che a settembre, per coprire i posti di insegnamento, si dovrà ricorrere nuovamente ad insegnanti precari.
Lo ripetiamo, un confronto con i sindacati avrebbe potuto trovare azioni e procedure tali da mettere al centro di tutta l’operazione i docenti, che si dice di voler valorizzare, ma che invece, con le procedure in atto, sono trattati come numeri.