Blocco scrutini – grande adesione


Grande adesione anche nelle Marche allo sciopero indetto dalle sigle rappresentative nei primi due giorni di scrutini. La percentuale di partecipazione supera l’80% fino a raggiungere Il 100% in molte istituzioni scolastiche, soprattutto negli istituti superiori e nelle scuole medie dove, per altro, gli scrutini sono più complessi per l’elevato numero di docenti che ruotano in ogni classe.
Qualche nominativo di scuole con la più alta adesione, dal 90 al 100%: ad Ancona il liceo scientifico Galilei, il liceo artistico Mannucci, il Vanvitelli-Stracca-Angelini, il Podesti-Onesti, il liceo Classico Rinaldini. A Jesi il liceo scientifico Da Vinci, a Senigallia il liceo classico Perticari, il Corinaldesi, il Panzini, il Bettino Padovano, a Fabriano il liceo Scientifico Volterra, il classico Stelluti, a Falconara la scuola media Ferraris.
Pesaro: la scuola media ISC Villa San Martino e liceo classico Mamiani, Liceo scientifico, Liceo classico Laurana e Raffaello di Urbino, Olivetti di Fano, scuole medie di Fermignano e CAGLI, omnicomprensivo Della Rovere di Urbania.
Ascoli: l’ITAS Mazzocchi e ITCG, IPSIA, ITCG Capriotti, Liceo scientifico, Liceo Classico, istituto d’arte e ITI Montani di Fermo.
Macerata: Liceo leopardi, IIS Mattei di Recanati, Liceo Classico, IIS Bramante, IIS Ricci di Macerata, IIS Da Vinci, ITCG Corridoni di Civitanova, IC Alighieri di Macerata, Scuole Medie di Monte San Giusto, Medie di Potenza Picena.
Il personale della scuola, in molti casi, ha prodotto e diffuso dei documenti per spiegare a studenti e famiglie le motivazioni della protesta.
Un grazie particolare va alle nostre RSU che hanno svolto un ruolo fondamentale nel sensibilizzare i colleghi e organizzare la partecipazione allo sciopero in modo da coinvolgere il maggior numero di scrutini possibile.
Il successo della mobilitazione ribadisce ancora una volta la contrarietà dei lavoratori agli aspetti inaccettabili del DDL sulla scuola, già approvato alla Camera, malgrado l’imponente sciopero del 5 maggio, con leggere modifiche che non ne hanno diminuito l’impianto negativo, ed ora in discussione al Senato.
Con questo nuovo atto di protesta si chiede con forza di ascoltare non solo chi nella scuola ci lavora ma anche gli studenti, le famiglie, i tanti cittadini che stanno dimostrando solidarietà e vicinanza a questa vertenza che non è certamente corporativa ma che parla a tutto il Paese.
Protesta che assume ancora maggior valore se si considera che il disagio più grande è stato proprio per i lavoratori che ne hanno interamente subito le conseguenze sia dal punto di vista della trattenuta salariale, sia dell’organizzazione del lavoro in quanto gli scrutini sono stati comunque riconvocati, come da norma entro cinque giorni, in molti casi di sabato e perfino di domenica, per permettere il regolare avvio degli esami che iniziano oggi alle medie e il 17 giugno alle superiori.
Dunque nessun disagio per gli studenti e le famiglie, ma grande significato della protesta per la forte adesione e per il sacrificio che ha comportato. Il Parlamento dovrà necessariamente tenerne conto se non si vorrà imporre una riforma contro chi dovrà attuarla.
Perché la scuola per migliorare ha bisogno di un contesto lavorativo che formi e valorizzi il lavoro cooperativo e le competenze professionali necessarie perché si innalzino i livelli di istruzione e non si perda per strada nessuno.
Anche per questo va definito, in maniera più chiara e inclusiva, un piano di assunzioni che dia risposte ai tanti lavoratori per troppi anni sfruttati da un sistema che ha prodotto precariato per meri motivi di bilancio benché su posti effettivamente necessari per far funzionare la scuola.
Il sindacato è pronto al confronto su tutti questi temi ma chiede nella sede più opportuna, quella contrattuale, perché solo attraverso il contratto possono essere definiti strumenti efficaci, perché condivisi con la categoria.