CONTINUANO SULLA STRADA DELLE CLASSI POLLAIO. NESSUNA INVERSIONE DI TENDENZA
Se nei primi anni del decennio preso in considerazione il calo è stato contenuto, con addirittura 3mila alunni in più nel 2014/2015, per ribassare di quasi 20mila l’anno successivo, ad un certo punto il calo ha assunto quasi la posizione verticale: 75mila in meno nel 2018/2019, 100mila nel 2021/2022 per arrivare ai 130mila il prossimo anno. In questo quadro, però, specialmente alla scuola secondaria di secondo grado, a tale decremento consistente di studenti non corrisponde un calo delle classi pollaio, soprattutto nelle prime classi: come spiegato in precedenza, sarebbero in totale 13.761 le classi pollaio quest’anno, ovvero classi sovraffollate composte da 27 alunni e oltre. Con gli organici dei docenti che per il prossimo anno non subiranno ripercussioni e che saranno sostanzialmente confermati, ricordiamo che è già previsto un piano dimensionamento scolastico che nei prossimi anni vedrà il taglio di dirigenti scolastici e Dsga. Considerando il trend di popolazione scolastica, non può che affacciarsi l’ipotesi di un taglio di organico dei docenti nei prossimi anni. Secondo Giuseppe D’Aprile, a capo della Uil scuola RUA, il calo demografico è sicuramente “un’occasione persa per portare il numero degli alunni per classe a 18/20. Numero che dovrebbe essere uno standard per il nostro paese“. Ma non solo. D’Aprile considera il calo degli alunni per classe “una prova di lungimiranza e una scelta coraggiosa che darebbe risultati certi e duraturi. Invece – commenta – ancora una volta si riducono gli organici e le classi restano sovraffollate. Ancora una volta sulla scuola si “fa cassa” e non si investe, segno di una politica miope che continua a considerarla quale fonte di risparmio e non di investimento“.