D’Aprile: vecchie logiche e soldi pochi
Si alimentano gli sprechi e si decidono misure che non portano né svolte significative, né soluzioni necessarie. Servono più coraggio, più fatti. Al Governo ricordiamo che il dissenso e la protesta non sono misure obsolete. Le misure che indichiamo sono tutte realizzabili se si sceglie di lasciare la scuola fuori dai vincoli di Bilancio e dal Patto di Stabilità.
Lo scenario proposto dalla Legge di Bilancio poco prevede per la scuola, con misure che non incidono sul suo rilancio e mantengono inspiegabili disparità di trattamento.
E’ il caso degli ulteriori 20 milioni di euro – osserva D’Aprile – che andranno alle scuole paritarie per compensare il calo degli iscritti avvenuto durante i due anni di pandemia mentre la scuola statale subisce tagli, con l’accorpamento delle scuole, dinanzi al calo dovuto alla natalità.
Era necessario invece – sottolinea il Segretario generale della Uil Scuola Rua – trasformare il problema della denatalità in una opportunità (non in una penalizzazione) riportando le classi a un massimo di 20 alunni.
La manovra prevede 150 milioni di euro per il “fondo finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico”. Il settore dell’istruzione e della ricerca, per ciò che rappresenta – aggiunge D’Aprile – può e deve essere soggetto cui destinare nuove risorse. “Soldi freschi, soldi nuovi” come aveva dichiarato il ministro Valditara, risorse che invece non ci sono nella manovra appena approvata.
Nessun intervento sul precariato, sull’incremento dell’organico ATA indispensabile per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, per supportare il lavoro dei dirigenti scolastici sempre di più oberati di incombenze amministrative e burocratiche. Nessun intervento sulla mobilità, sul concorso dirigenti viziato da indagini giudiziarie, sul rinnovo contrattuale sia del personale che dei Dirigenti scolastici.
Niente sul reclutamento.
Nonostante i tanti proclami (quelli della campagna elettorale) sull’abolizione delle cattedrali nel deserto che producono sprechi, si continua ad alimentare questi sprechi.
Viene confermata la Scuola di Alta Formazione le cui nomine del Presidente, del direttore generale e del comitato scientifico internazionale dovranno essere effettuate entro il 1° marzo 2023 per la modica cifra complessiva di un milione e duecentomila euro.
Non siamo di fronte a misure alternative alle politiche del precedente Governo – mette in evidenza il Segretario Uil Scuola Rua – ma in una negativa continuità che non ci fermerà, anche attraverso forme di dissenso e protesta tutt’altro che obsoleti e tramontati, nel rivendicare interventi urgenti per la scuola a noi molto chiari: abolizione del precariato, abolizione dei vincoli sulla mobilità, incremento organico personale ATA e valorizzazione del personale tutto.
Tutti interventi realizzabili se si decidesse di lasciare la scuola fuori dai vincoli di bilancio e dal patto di stabilità – rilancia Giuseppe D’Aprile.
Più coraggio, più fatti e più concentrazione sui veri problemi della scuola e meno tentativi di distrazione attraverso risoluzione di problemi non urgenti e di poco conto rispetto a quelli reali e atavici.
Alle dichiarazioni devono seguire i fatti. Diversamente si tratta di ancora di campagna elettorale.