D’APRILE: UNA CIRCOLARE NON PUÒ INSERIRE PRINCIPI DI NATURA REGOLAMENTARE. URGENTE UNA RISPOSTA DAL MINISTERO. PER POTER SCEGLIERE IL PROFILO SUL QUALE OPERARE, DEVE ESSERCI UNA DECISIONE BASATA SULLE COMPETENZE INDIVIDUALI, NON SUL RICATTO ECONOMICO
Il Ministero dell’Istruzione, per le supplenze del personale Ata, ha emanato una circolare che ripete sostanzialmente le regole già previste negli anni precedenti, con una novità non condivisa con i sindacati in sede di informativa:
“L’accettazione di una proposta di supplenza annuale (31 agosto) o fino al termine delle attività̀ didattiche (30 giugno) non preclude all’aspirante di accettare altra proposta di supplenza per diverso profilo professionale, sempre di durata annuale o fino al termine delle attività didattiche, purché intervenga prima della presa di servizio”. Cosa comporta? In pratica, un collaboratore scolastico con supplenza al 30 giugno, destinatario di altra proposta contrattuale per diverso profilo (es. assistente amministrativo), non potrà più essere convocato, o qualora lo fosse, non potrà accettare l’incarico. Una misura inappropriata – osserva Giuseppe d’Aprile, Segretario generale della UIL Scuola – per due ragioni: in primo luogo perché una circolare non può inserire principi di natura regolamentare per una ovvia gerarchia normativa. E poi perché appare veramente inopportuno cancellare una consuetudine che fino allo scorso anno scolastico ha offerto condizioni migliori per il personale e che di fatto cambia, con indicazioni inadeguate, le condizioni di accesso alle supplenze. Saremo dalla parte dei lavoratori anche in questa situazione – aggiunge D’Aprile – nella convinzione che per poter scegliere il profilo sul quale operare, deve esserci una decisione basata sulle competenze individuali delle persone e non sul ricatto economico. La crisi economica, la pandemia e molti altri fattori, hanno notevolmente impoverito le famiglie Italiane. Questo significa che una persona accetterà la prima nomina utile mortificando, magari, esperienze pregresse, titoli culturali e così via. Se il Ministero non dovesse convincersi non escludiamo di impugnare la circolare in questione.