Il ministero vuole correre ma in mezzo c’è il lavoro, e la qualità della vita, di migliaia di persone.
Una gestione dell’emergenza che non ci convince perché le scelte contrattuali restano, i governi passano.
L’abituazione è un luogo di lavoro? La sicurezza come viene configurata? E la privacy? Un’ora di lezione in presenza equivale ad un’ora on line?
Sono solo alcune delle domande lasciate aperte dal contratto sulla didattica a distanza predisposto dal ministero.
Siamo in una situazione in corsa, ma questo non significa che non dobbiamo pensare in quali condizioni stanno lavorando gli insegnanti – osserva Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, tra le sigle che ieri hanno preferito non sottoscrivere il contratto integrativo sulla didattica integrata a distanza.