LA RELAZIONE POLITICA DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA MANOVRA DI BILANCIO OLTRE AD OFFENDERE TUTTO IL PERSONALE – QUELLO AMMINISTRATIVO IN PARTICOLARE – NON AIUTA LA SCUOLA A PERCEPIRSI, COME GIUSTO CHE SIA, COME UNA “COMUNITÀ EDUCANTE”
Di Rosa Cirillo (Responsabile nazionale Dipartimento Area V – Dirigenti scolastici Uil Scuola)
A leggere la relazione politica di accompagnamento alla manovra di bilancio sembra proprio che nella scuola oltre ai dirigenti scolastici non ci sia altro personale che fornisca un adeguato supporto operativo. Affermazione eccessiva, a dir poco. Oltre ad offendere tutto il personale – quello amministrativo in particolare – non aiuta la scuola a percepirsi, come giusto che sia, come una “comunità educante”. Se l’italiano è ancora una delle lingue più esplicative del pianeta, senza pregiudizi, l’aver inserito una tale affermazione in un testo di legge si legge come un giudizio mortificante della scuola italiana, affermando – in pratica – che è un’istituzione che non funziona e non può funzionare, se una sola persona che lavora e tutte le altre sono a girare intorno a vuoto. Poiché la scuola italiana è tra le migliori del pianeta, l’affermazione risulta rigorosamente falsa. Il quadro che offrono oggi le scuole è quello di un personale amministrativo sotto organico, dove le competenze richieste sono in continua trasformazione, dove la formazione stenta a decollare, e talvolta appare inadeguata, questo non può condurre ad osservazioni che tendono a dividerepiuttost o che a far cooperare il personale.
La Uil Scuola Rua si aspetta che sia nella Relazione tecnica di accompagnamento della legge di Bilancio, come nelle dichiarazioni a caldo di ANP si corregga questo madornale errore di giudizio.
E’ offensivo che il personale – per giustificare uno spostamento a scacchiera di risorse economiche, senza che nessun investimento aggiuntivo sia fatto sulle professionalità della scuola – sia ritenuto, all’improvviso, non in grado di dare alcun contributo all’organizzazione funzionale delle istituzioni scolastiche in cui operano.
L’indiscutibile scivolone che hanno preso gli estensori della Relazione tecnica, che non rende giustizia a tutto il personale della scuola, non rende neppure giustizia allo stesso Ministero, perché se – nella sua organizzazione funzionale – la scuola italiana risponde al quadretto che ne fa, c’è da chiedersi: ma prima che si arrivasse a tutto ciò che è scritto nella Relazione politica, il Ministero cosa ha fatto? È stato a guardare?
Si ha la netta impressione che, con questa relazione, il M.I. liquidi tutto il personale della scuola, senza uno sguardo, perché – con un ritorno, al più volte criticato diktat brunettiano – sono tutti poco professionali, non meritano nulla.
Pertanto non si stanziano i giusti finanziamenti per il comparto scuola e per la stessa dirigenza, con il risultato “encomiabile” di innescare una guerra fra poveri.
Avviare la stagione delle trattative dei rinnovi contrattuali, in questo clima infuocato, dove la Politica usa dei distrattori sociali, allontanando l’attenzione dal vero problema – prevedere finanziamenti per tutto il personale della scuola, dimenticato e vessato sia sul piano economico che professionale – non porta da nessuna parte.
La conseguenza di ciò che leggiamo, è che, ancora una volta, la politica ha scelto di non scegliere.
Senza risorse per il sistema nazionale di istruzione – non i nidi, non le mense, non le palestre, che sono accessori alla scuola, ma non sono scuola, non si può pensare di mettere veramente la scuola al centro degli interessi del Paese. Se Cenerentola non fosse andata al ballo non sarebbe stata mai principessa. Se la scuola non ha risorse dal Ministero dell’Economia e il Ministero dell’istruzione non fa l’invito, resta sempre la protagonista povera.
Nei testi della Manovra c’è davvero poca magia per la scuola.